La variabilità geomorfologica, litologica e climatica del bacino del fiume Cecina, della Val di Cecina è molto diversificata.
La sua ampia escursione altitudinale nonché la sua collocazione in un’area fitogeografica di transito tra la regione europea e quella mediterranea consentono l’esistenza di una copertura vegetale notevolmente diversificata in termini floristici, ecologici e strutturali, ulteriormente frammentata e differenziata in funzione della presenza millenaria dell’uomo.
Dai boschi e macchie di sclerofille sempreverdi mediterranee della zona basate e delle aree più calde si arriva nelle zone più interne e di maggior quota, a tipologie forestali submontane nettamente mesofile, con una copertura complessiva pari a circa il 46% del territorio.
I principali tipi di vegetazione individuati sono i seguenti:
1) Boschi e macchie di sclerofille sempreverdi mediterranee, distinti in:
1.1 Boschi mesofili a dominanza di leccio: in virtù dell’elevata plasticità ecologica del leccio, nelle situazioni più fresche e fertili, si trovano leccete mesofile con partecipazione di latifoglie esigenti di umidità come il carpino nero, l’acero campestre, il frassino, il melo selvatico.
1.2 Boschi termofili di leccio: si tratta per lo più di cedui matricinati invecchiati, su versanti di limitata pendenza e suolo di una certa profondità, con assoluta dominanza del leccio e sottobosco limitato allo strato arbustivo a prevalenza di viburno.
1.3 Macchie di sclerofille sempreverdi: formazione composta da arbusti e piccoli alberi, in gran parte derivanti dalla degradazione di preesistenti boschi di leccio. Insieme a questa specie, compaiono arbusti come lentisco, fillirea, alaterno, corbezzolo, mirto, eriche, ginepri, nonché piante lianose e spinescenti come lo stracciabrache. IL sottobosco è costituito da ciclamini, pungitopo e tappeti di edera.
1.4 Boschi misti di sclerofille sempreverdi e latifoglie decidue: comunemente denominata “forteto” e anche “macchia”, è il tipo di vegetazione piu’ diffuso. Questi boschi sono dominati dal leccio in consociazione con fillirea, viburno e corbezzolo; è sempre presente un discreto contingente di latifoglie decidue soprattutto termofile meno esigenti termini di umidità, come orniello, acero minore, e sorbo domestico.
2) Boschi di latifoglie decidue del piano collinare e sub-montano, distinti in:
2.1 Boschi termofili di roverella e cerro: si tratta di boschi misti a prevalenza di cerro e roverella, ma spesso con buona partecipazione di sclerofille sempreverdi, soprattutto nello strato arbustivo ed arboreo dominato.
2.2 Boschi termofili di rovere su serpentino: formazione esclusiva di alcuni versanti settentrionali della foresta di Monterufoli, dove la rovere si trova al limite del proprio areale. Insieme a molte specie termofile dei boschi mediterranei, ospita interessanti elementi della flora terziaria come alloro e tasso.
2.3 Boschi di latifoglie mesofile a dominanza di cerro: in gran parte disposti sui versanti settentrionali e negli impluvi più freschi, presentano una flora forestale molto ricca con cerro, rovere, carpino bianco, acero campestre, melo selvatico, ciavardello, frassino, nonché agrifoglio.
Anche la flora erbacea è ben rappresentata da specie mesofile e mesoigrofile.
2.4 Boschi mesofili a dominanza di rovere: formazioni poco diffuse sia in Toscana, sia a livello nazionale, sono distribuite sui versanti settentrionali della Macchia di Tatti (Volterra) e a piccoli nuclei in altre limitate aree (come nella foresta di Caselli). La rovere si trova consociata a specie come il carpino bianco, il pioppo tremulo, l’olmo, ed in misura minore, al cerro, al sorbo domestico ed al ciavardello in una foresta assimilabile ai querceti del centro Europa, anche se la presenza di specie della macchia segnala lo stretto contatto con la regione mediterranea. Notevole la presenza di agrifoglio ed assai significativa la flora erbacea.
2.5 Formazioni miste di forra: presenti negli impluvi stretti e profondi, si sviluppano per le particolari condizioni microclimatiche rispetto ai versanti circostanti, soprattutto in seguito a fenomeni di inversione termica. Sulle pendici sono presenti varie latifoglie con querce e frassino, mentre su pendenze elevate e suolo roccioso prevale il carpino nero nella parte pianeggiante del fondo degli impluvi sono presenti formazioni lineari miste con carpino bianco, ontano nero, pioppo nero, pioppo tremulo, salici.
2.6 Castagneti: distribuiti nelle porzioni piu’ elevate del bacino con boschi ad alto fusto governati per il frutto e cedui derivati per taglio o abbandono, spesso per le scadenti condizioni sanitarie dovute al cancro del castagno. Anche se di origine artificiale questi boschi possiedono un alto valore ecosistemico, culturale e paesaggistico.
3) Vegetazione delle garighe, comprendente:
3.1 Mosaici di boscaglie rupestri: si tratta di garighe naturali di tipo rupicolo, localizzate in stazioni scoscese e fortemente rocciose, ricche dal punto di vista floristico, con copertura non superiore al 50%. Presentano elevato valore naturalistico per la presenza, nelle zone interne, di alcune piante rare in ambiente mediterraneo, come Campanula medium e Lilium croceum.
3.2 Garighe su affioramenti ofiolitici: su affioramenti di serpentina, substrato roccioso assai inospitale ( per l’elevata concentrazione di metalli pesanti, le caratteristiche fisiche negative, lo scarso grado di degradazione della roccia) è presente una particolare vegetazione, composta da numerose entità specializzate ( endemismi ecologici come Alissum bertolonii, Armeria denticulata, Stipa etrusca, ecc.) e da specie con spiccati adattamenti morfologici e fisiologici (nanismo, plagiotropismo,ecc.). Le garighe di serpentinofite sono intimamente mosaicate con cenosi di gariga arbustata ( con ginepro rosso, fillirea, mirto, leccio); nonché con macchie arborate ( con tasso alloro, agrifoglio).
4) Boschi di conifere: si tratta di impianti artificiali che interessano aree abbandonate dalle attività agricole, di agevole accesso, e in gran parte realizzati a scopo di difesa idrogeologica. Sono costituiti da pinete di pino domestico, pino marittimo, pino d’aleppo e pino nero.
5) Altre emergenze floristiche e vegetazionali:
- Relitti di vegetazione potenziale naturale lungo i corsi d’acqua.
- Vegetazione pioniera delle argille plioceniche ( Artemisia cretacea)
- Vegetazione delle aree di alterazione geotermica (con brugo)
- Relitti di boschi di farnia
- Aree con flora relittuale terziaria ( alloro, tasso, agrifoglio, pungitopo maggiore).